martedì 15 luglio 2014

Meglio il bastone o la carota?

No ora voi spiegatemi che gusto c'è a criticare le persone per il gusto di "farle crescere".
Di smerdare o denigrare il loro operato nella stupida convinzione che bastonandolo, uno si migliora.
In quella maniera lì uno rischia, a furia di usare la frusta, di far avvizzire l'entusiasmo e la voglia, troppo spesso sottovalutata, di mettersi in gioco.

Passavo l'altro giorno vicino a una scuola e due professoresse stavano parlando davanti al cancello. Al che il mio orecchio capta il seguente brandello di conversazione "no, ma io quelli bravi li demolisco sistematicamente perché so che possono fare meglio".
Ma, dico, sei scema?
Se per le mani ti passa una pianta dal seme buono, con tutti i rami al posto giusto e i fiori pronti ad accogliere le api per donare frutti succosi, tu gli dai il diserbante? Sospetto che per quella zappona valga il principio della selezione naturale, secondo cui solo chi sopravvive alle peggio piaghe si fortifica ed è degno di colonizzare il mondo. E tutti quelli che hai stroncato nel processo e che avrebbero potuto dare al mondo come e quanto gli altri?
Fosse stato per l'istinto del momento mi sarei fermato a far polemica perché quella gente lì merita più legnate giù per la schiena di quelle che elargiscono gratuitamente trincerandosi dietro alla scusa del "metodo pedagogico". Bene, allora io ti bastono perché tu capisca il danno che fai alle nuove generazioni che passano sotto la tua cattedra. Anche il mio è un "metodo pedagogico", uno dei più ortodossi, anche!

Se quella rappresenta una scuola di pensiero, io faccio parte di quella opposta. Anzi no, di quella che sta in mezzo. Cioè di quella il cui motto è "un colpo alla botte e un colpo al cerchio".
Per carità, neanche scusare ogni minchiata i nostri pargoli/studenti/sottoposti combinino. In quel modo si insegna loro che qualunque cosa facciano va tutto bene, si sbuffa, si sbraita, ma poi gliela si fa passare liscia. Eh no. Che poi ci vengon su piantine fiappe o infestanti e la colpa è nostra, mica dell'effetto serra.

Io sono dell'idea che le persone vadano supportate, ascoltate, incoraggiate, messe in grado di fare in autonomia, acquisendo una certa autostima. Io sono per la collaborazione, per la solidarietà, per il confronto costruttivo. Il tutto fatto con un certo metodo. Perché anche quelli che ti urlano addosso che la roba tua fa tutta schifo, che è merda 100% DOP ti diranno che l'hanno fatto per il tuo bene, che da parte loro c'erano le migliori intenzioni, che il loro intento era puramente costruttivo. Siamo noi che siamo permalosi. Eccccerttto. Mi sputi in un occhio e ti devo pure ringraziare.
Dicevo. Si può muovere delle critiche anche con un tono di voce accomodante, ma fermo, spiegando le motivazioni, portando esempi, sottolineando i punti di forza che ci sono e andrebbero sviluppati, non puntando il dito su quello che non va. Uno lo demoralizzate facendo così.
Tante volte basta cambiare prospettiva per non far sentire stupido uno.

Facciamo un esempio.
Uno sbaglia 5 robe su 6.
Gli si può dire che ne ha sbagliate cinque su sei. Risultato: si sentirà una merda e non muoverà più una paglia per non ripetere l'errore. (Poi ok, ci sono anche quelli che si fanno un punto d'onore e sputano sangue per non sbagliare più niente. Ve lo concedo).
Oppure gli si può dire che è stato bravo, perché su sei cose, almeno una l'ha fatta giusta e quell'unica cosa buona deve essere il punto di partenza per conquistare anche le altre cinque, dev'essere il primo moto di autostima per sé, dev'essere quella spilletta di merito che ognuno dovrebbe portare sul petto.
Personalmente sono per la seconda opzione. Dire alle persone che qualcosa di giusto l'hanno fatto, le sprona a fare di più e meglio. O mi sbaglio??

Certo, lì bisogna avere l'elasticità mentale del caucciù. Bisogna capire chi si ha di fronte e adattare il proprio metodo-pensiero-linea di azione alla persona. A certi dire che han fatto bene è deleterio: si mettono in pantofole dicendo che fin lì han fatto bene e tanto gli basta. Poi non alzano né culo né coda, però incolpano te perché potevi spronarli di più. Allora lì una bastonata ci sta.
Ma a tutti gli altri, diamogli supporto. Che se alla fine imparano a camminare con le loro gambe e a credere in loro stessi e nelle loro capacità, gli abbiamo insegnato di più del capitolo sette di storia. Gli abbiamo insegnato a stare al mondo con un minimo di quello che si dice.
Chiamaci poco!

3 commenti:

  1. Potevi fare molto meglio con 'sto pezzo. Ci sono incoerenze evidenti, battute fiappe, metafore scontate. Il ritmo non scorre, sei ripetitivo. Il tema è scontato, banale. Ma quantomeno l'impaginazione del post è passabile. (buah buah buah buah buah indovina chi sono!)

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  2. Secondo me quella sopra è Eve. C'ho preso?

    ps: io sono per una sana via di mezzo. Il supporto è necessario ma, delle volte, anche una sana strigliata

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