venerdì 28 febbraio 2014

Siate coraggiosi! Sculettate!

Non trovate che il passaparola sia una cosa meravigliosa?
Bhe io sì.
E l'ho doppiamente pensato stamattina quando mi è stata segnalata questa canzone.

Brave, di Sara Bareilles, è una canzone stupenda.
Per tanti motivi: ritmo, parole (scrolla in fondo al post), musica.
Ma soprattutto trovo geniale il video.

Mi ha riportato indietro, in una stazione della metro di Torino, deserta. Una musica scatenaculo in sottofondo, uno sguardo d'intesa con la mia guida locale e lo sculettamento compulsivo da Carnevale di Rio è stato un attimo. A osservarci solo una telecamera discreta e un binario impassibile.

È stato uno dei momenti più coraggiosi e disinibiti della mia vita (e da replicare, assolutissimamente).
Questo video è portatore sano di tutte queste sensazioni.
Interrompere per un attimo la banalità, la routine del quotidiano e mettersi ad ancheggiare. Perché ci va, perché siamo felici, perché vogliamo essere coraggiosi.
E menefreghisti. Oltraggiosamente menefreghisti.

Perciò fatelo! Date scandalo, suscitate incredulità.
Siate coraggiosi!
O almeno provateci. Vale sempre la pena provare.

Altri punti UAU del video sono:
-i pantaloni di Sara fitti di scrittura bianca su sfondo nero (li voglio)
-la coreografia e i passi di danza (averla quella facilità di piedi)
-i "ballerini" assoldati (il vecchietto in palestra spacca)
-le facce incredule della gente (impagabili)

Nel caso ve lo steste chiedendo, io sono il l'omino che balla alla fermata del bus.
Perché non il vecchietto?
Primo non sono mai entrato in una palestra e secondo non sono ancora ridotto in quello stato, dai!
Non potrei nemmeno essere il giapponese. Chi li ha quei capelli lì?!
No no, sono decisamente il ragazzone alla fermata. È occhialuto, indossa una camicia (le amo), ha delle finto Converse ai piedi (amo pure quelle) ed è appunto alla fermata del bus (posto in cui passo metà del mio tempo).

Che poi, non so voi, ma guardando la grinta di Sara, mi è venuta in mente Camilla.
Le magliettine a pois, l'entusiasmo, il fare trascinante..

Va bene, va bene. Ora chiudo la bocca e vi lascio ascoltare e vedere Brave.
(il testo lo trovate sotto al video!)


You can be amazing
You can turn a phrase into a weapon or a drug
You can be the outcast
Or be the backlash of somebody’s lack of love
Or you can start speaking up
Nothing’s gonna hurt you the way that words do
And they settle ‘neath your skin
Kept on the inside and no sunlight
Sometimes a shadow wins
But I wonder what would happen if you

Say what you wanna say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

With what you want to say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

I just wanna see you
I just wanna see you
I just wanna see you
I wanna see you be brave

I just wanna see you
I just wanna see you
I just wanna see you
I wanna see you be brave

Everybody’s been there, everybody’s been stared down
By the enemy
Fallen for the fear and done some disappearing
Bow down to the mighty
Don’t run, stop holding your tongue
Maybe there’s a way out of the cage where you live
Maybe one of these days you can let the light in
Show me how big your brave is

Say what you wanna say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

With what you want to say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

Innocence, your history of silence
Won’t do you any good
Did you think it would?
Let your words be anything but empty
Why don’t you tell them the truth?

Say what you wanna say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

With what you want to say
And let the words fall out
Honestly I wanna see you be brave

I just wanna see you
I just wanna see you
I just wanna see you
I wanna see you be brave

lunedì 24 febbraio 2014

L'iniziativa creativa di Torqui

No dico ma ve n'eravate accorti?
Come di che???
Ma della mia INIZIATIVA CREATIVA!!

Quindi immagino che non avrete nemmeno notato la nuova pagina apparsa qui sopra. Ok, questa ve la concedo. Si perde molto in mezzo alle altre.
È per quello che ho creato un simpaticissimo miniannuncio anche qui a lato. A destra.

Capisco il vostro stupore e disorientamento.
Lasciate che vi spieghi.

Torqui di sogni nel cassetto ne ha sempre avuti tanti. Il che è sempre cosa buona e giusta. Peccato che i suoi sogni siano sempre stati un tantinello sopra le righe: scrittore affermato, scopritore di talenti, articolista free lance, storyteller qualificato, correttore bozze professionale e, giusto per non farci mancare niente, anche editor.
Con eventuali altre declinazioni: bibliotecario, libraio, recensionista seriale, traduttore di testi inediti.
Sì, la fantasia non mi è mai mancata.

La dura realtà però ha sempre avuto un che di scoraggiante. Scoraggiantissimo.
Il 60% delle attività lavorative sopra indicate è, in genere, roba da free lance. Che tradotto significa Partita Iva. Che tradotta significa suppergiù "prima di guadagnare alcunché devi prima dare, dare e ancora dare allo Stato".
Cara, la mia Italia!

Se non che, più o meno due settimane fa, ho scoperto una cosa a dir poco meravigliosa.
Ovvero che la partita Iva non sempre è necessaria.
Si può essere free lance anche senza la croce dell'Iva sul groppone.

Gaudio magno.
Carosello di felicità.
Tripudio di gioia e contentezza.
Cascate d'entusiasmo e idee.

Io mi sto dando da fare, mi sto muovendo in lungo e in largo, sto contattando, pubblicizzando, proponendo.
E qui entrate in scena voi.
Miei cari lettori, miei affezionati commentatori, miei insuperabili e adorabili colleghi. Una cortesia vi chiedo.
Diffondete il verbo.
Sentite di uno/a che cerca un correttore di bozze? Parlategli di Torqui.
Voi o un vostro amico/a necessitate di una traduzione? Affidatevi a Torqui.
Navigando in rete leggete di qualcuno che cerca un blogger/web writer brioso e accattivante? Fategli il nome di Torqui.

Se vi avanza tempo allungatemi altre idee di scrittura che possono intrigarmi.
Qualcosa di simile ai Racconti su misura di Jane Pancrazia.
(Tranzolla cara Pancri, non ti sto facendo concorrenza, solo raccogliendo pareri).

Eh? Eh? Vi ho incuriosito?
Si?
Bene.
Siete ancora lì con le mani in mano? Cosa state aspettando a scrivermi?
Io aspetto.

giovedì 20 febbraio 2014

La coscienza di Zeno

E via che anche questa voce della lista 15X25 è andata.
Avevo detto che avrei finalmente letto tutta La coscienza di Zeno e l'ho letta.
Ed è inutile che esibiate quelle facce scanzonate e compiaciute. Voi per caso l'avete letto in un momento della vostra vita che non fosse al liceo, costretti dalla professoressa di turno?
Ecco, allora muci.

Svevo non mi piaceva. Troppo strano, troppo ambiguo, un attimino cervellotico.
Mi ero accontentato dei brani dell'antologia, qualche commento della prof e ciao. Fatto.

E non mi aiutava nemmeno l'idea che fosse ambientato dov'è ambientato. All'epoca io Trieste non l'avevo ancora vista (tecnicamente sì, in terza media, ma chi si ricordava qualcosa??). Per cui l'atmosfera non mi diceva niente, non simpatizzavo per l'autore.
Una scrollata di spalle e giravo pagina.
A me intrippavano di più gli Scapigliati, Pascoli, D'Annunzio e, en passant, Pirandello.

Zeno m'è piaciuto.
Anzi, siamo proprio andati d'accordo.
Zeno è un gran cazzone, ma di quelli simpatici però.
No, spetta, più che cazzone direi che è un paraculo.
Ecco sì, Zeno è un gran paraculo.

Lui non fa niente, non sa far niente e intanto trova una moglie che lo ama, lo ascolta, gli sforna due figli; un impiegato che gli fa fiorire l'azienda e pure un'amante remissiva e defilata.
È uno di quei paraculati che non alzando né culo né coda, trova pure quelli che gli fan la pappa pronta.
Cioè, rispetto.

C'è anche da dire che a Zeno non gli va proprio tutto di gran lusso.
Suo padre lo crede un cretino e lo affida all'Olivi che diventa così il suo curatore aziendale (leggi: passaggio da una potestà all'altra). La donna che ama gli preferisci l'incapace Guido e, divenuta madre, diventa pure bruttarella causa una sindrome tiroidea. Tutti gli vogliono bene (o dicono di volergliene), ma lo trattano come un'inetto incapace di allacciarsi le scarpe da solo.

In certi punti non si capisce se c'è o ci fa.
Io propendo per la terza risposta: c'è, ma fa finta di farci.
Un po' come quelli che campano di rendita dicendo "io non lo so fare", non si prendono nemmeno la briga di imparare a farlo e, per colmo di culo, trovano pure quelli che glielo fanno.
Zeno c'ha quell'attitudine lì.
Che a quanto pare paga.

No perché in certi punti del romanzo se ne salta fuori con riflessioni mica male. Con osservazioni che, insomma, filano e son vere. Quindi del tutto debosciato non è, ma gli fa comodo passarci.
Chiamalo stupido.
È uno che ha capito tutto dalla vita, quello lì.

State a vedere che quasi quasi da Zeno c'è pure da imparare.
Quasi, ho detto...

venerdì 14 febbraio 2014

Se festeggiassi San Valentino...

...di certo non mi strafogherei di cioccolatini, cuoricini, pupazzettini, bacettini.
No. Bleah.
E non fate quegli occhi storti. Solo perché son di Verona non vuol dire che sia per natura romantico.

Anzi, con la scusa di Giulietta e Romeo, del balcone famoso, della città romantica per eccellenza, di roba romantica non ne posso proprio più. Ho sviluppato, come dire, degli anticorpi.
Mi sale il rigurgito del primo omogenizzato al solo pensiero delle strade del centro addobbate di cuori rossi fluo, vetrine tappezzate con frase smielate, gente ai tavolini che tuba peggio dei piccioni.

E qui mi fermo che mi sale veramente il vomito.

Frollato sì, romantico no.
Però festeggiare San Valentino mi farebbe comodo.
Mi darebbe la scusa di organizzare un viaggetto estemporaneo.
Dove?
Sarò ripetitivo e prevedibile, ma. Se avessi una dolce metà oggi la porterei a Trieste.
Sì, a Trieste.
Dai, avete capito. Qui:


Passeggiare per Piazza Unità, addentrarci nelle stradine tortuose della Cittàvecchia. Perderci nel dedalo di viuzze e scalette che portano a San Giusto e da là guardare giù, la città, con il mare e il Porto Vecchio. Scendere poi dalla scenografica Scala dei Giganti, infilarci nelle vie ordinate del Borgo Teresiano e, per finire, bersi un aperitivo in uno degli eleganti bar allineati lungo il Canal Grande.

E mi immagino pure la colonna sonora.
Questa:


Morale.
Se io festeggiassi San Valentino, vorrei essere a Trieste con Lisa dagli occhi blu che mi suona in testa.
...la primavera è finita,
ma forse la vita comincia così.
Amore è fatto di vento,
il primo rimpianto sei stata tu...

mercoledì 5 febbraio 2014

Un blogger (non) è un impedito

"Apertura dei corsi serali in circoscrizione" c'era scritto sul volantino "prima lezione gratis a porte aperte".
Interessante. Perché non provare? Magari imparo qualcosina in più sulle foto e su come farne di decente. Giusto così per soddisfazione mia.

Per strada zompettavo come uno stambecco nella stagione dell'accoppiamento, tutto preso dai miei film romantici.
Che bello, ci sarà tanta gente normale che scatta scatta, ma non sa una fava di fotografia seria.
Che bello, il maestro ci insegnerà a inquadrare con occhio più attento.
Che bello, stasera imparerò tanti tecnicismi fighi da sbrodolare in qualche occasione intellettualoide.
Il mio ottimismo è sempre superiore alla media.

In aula ci sono 15 persone. Tutti al collo hanno una Signora Macchina Fotografica (SMF) con obiettivo di puro cristallo di rocca del Perù, zoom ottico ultraestendibile e risoluzione standard da 8 miliardi di pixel.
Ok, io, con la mia macchina digitale artigianale e in tasca lo smartphone, cominciavo a sentirmi un filino fuori posto.
I tavoli sono due a due. Mi metto affianco di uno che mi pare il più giovane e anche quello con l'attrezzatura meno pretenziosa.

Entra il maestro in aula munito della sua SMF che tiene in grembo come un gatto soriano da ammazzare di coccole (giuro, ho visto mentre l'accarezzava voluttuoso...)
Si presenta, si congratula per il numero così numeroso di interessati e di Signore Macchine presenti, quindi inizia a snocciolare le parti strutturali della macchina.

"Come ben sapete i tre elementi principali per una buona foto sono la regolazione dell'ISO, la regolazione dell'otturatore e la regolazione dell'esposizione alla luce naturale".
Tutti annuiscono. Io comincio a sentirmi le gambe molli.
ISO? Otturatore? Esposizione alla luce?
Domanda nr. 1: cosa minchia sono??
Domanda nr. 2: come minchia si regolano?
Non so nemmeno dove andare a guardare, a cominciare a smanettare per regolare ste robe!

Fa' che l'ora di prova passi in fretta e nessuno mi sgami per il principiante che sono.

Devo evidentemente avere un'espressione di staturio terrore perché il ragazzo accanto a me sorride come lo Stregatto di fronte ad Alice.
Gli butterei giù i denti. Così, per par condicio.

"Ora, quando andate a mettere a mettere a fuoco con la funzione MACRO dovete tenere ben presente che il bilanciamento del bianco resti nei valori EV compresi tra -1, 0 e +1. Qualche variazione ci può stare, ma per le prime volte non strafate troppo".
Funzione Macro? Bilanciamento del bianco? Valori EV?
Ma di cosa sta parlando quest'uomo? E perché tutti annuiscono?
Ma non dovevano essere tutti gnucchi e inesperti??

Uno dall'aria concentrata con tanto di barba curata, occhialoni quadrati e SMF Nikon al collo alza la mano.
"Quando consiglia di usare la regola dei terzi?"
Ma dove siamo a un corso serale di matematica?
Cosa tirerà fuori ora? La proprietà transitiva delle potenze? Un ripasso delle funzioni delle frazioni? I limiti e i valori parabolici tendenti a più o meno infinito?
È inutile girarci attorno: sono demoralizzato.

I monologhi tra cervelloni della fotografica continua per altri venti minuti buoni.
All'uscita alcuni si fermano a parlare fuori dall'aula.
"No, ma con lui avevo già fatto un paio di corsi..."
"Ah ma c'eri anche tu all'Accademia Click quel week end di workshop sulla street photography? Sublime."
"Ma dai? Hai partecipato al concorso Storie imbellettate? E sei arrivato terzo? Magico".

Una domanda sorge spontanea: che nespole ci sei venuto a fare a una lezione omaggio di Introduzione alla fotografia?? Come dici? Ah volevi tirartela un po'. Bene, sappi che la prossima volta te la tiro io qualcosa in testa.

No comunque va bene lo slancio creativo, l'entusiasmo ecc ecc, ma io ho già deciso. Mi cerco qualche consiglio veloce, rapido e indolore su Internet. Chi s'è visto s'è visto.
E morta lì.